Agency remuneration: Ultima chiamata
Sistemi di remunerazione delle agenzie: il tempo è scaduto. L’intervento di Tim Williams segna un punto di non ritorno.
Che i modelli di remunerazione delle agenzie non funzionassero più era ormai chiaro a tutti gli addetti ai lavori.
Ma quanto condiviso da Tim Williams durante l’incontro UNA del 19 novembre ha segnato un vero punto di svolta:
l’ultima chiamata per decidere se evolvere o soccombere.
L’AI sta accelerando tutto, è vero. Ma i problemi hanno radici molto più profonde.
Modelli di remunerazione vecchi in un mercato che è già nuovo
Le logiche dominanti sono ancora quelle di sempre:
retainer fee
commission fee
FTE
Con una componente variabile spesso simbolica e raramente supportata da sistemi seri di misurazione della performance con ampi spazi per l’aleatorietà.
A questo si aggiunge il processo di commoditization del mercato: la pressione verso il costo schiaccia la valorizzazione del contributo al business. Una spirale che si autoalimenta.
Il circolo vizioso che sta impoverendo l’industry
La pressione sul prezzo erode i margini.
L’erosione dei margini porta al contenimento dei costi con impatti sui team.
L’impatto sui team riduce la capacità delle agenzie di generare valore dove serve davvero: strategie, insight, accompagnamento al business.
Nel media questo è lampante:
spinta massiva su automation, centralizzazione, hubbing
strutture più focalizzate sulle operations
fee in costante sofferenza
commitment commerciali sempre più pesanti
Una direzione che poco si concilia con gli sforzi che sarebbero necessari per incrementare la capacità di creare valore e spostare su questo il sistema di remunerazione.
L’AI smaschera tutto: il futuro non è nei task, ma nel valore aggiunto
L’AI impatterà soprattutto sui profili più junior, automatizzando gran parte delle attività operative.
La differenza competitiva si sta spostando su:
competenze senior
capacità strategica
pensiero critico
cultura del valore
Chi saprà usare l’AI per liberare tempo e concentrare le persone sulla creazione di valore vincerà.
Strategie focalizzate primariamente sul cost cutting rischiano di portare in un vicolo cieco.
Nuovi modelli di remunerazione: pagare il valore, non il tempo
Il modello del futuro non può più basarsi sul tempo erogato, ma sul valore generato.
Tim Williams ha indicato una strada chiara: la productization.
Organizzare l’offerta dell’agenzia non per reparti o discipline, ma per:
obiettivi
soluzioni
outcome
problemi specifici dei brand
Alcune agenzie lo stanno già facendo: proposte proattive, focalizzate su bisogni precisi, legate a fasi del lifecycle del brand o a momenti critici come il lancio di un nuovo prodotto.
Non più “brief → risposta al brief”, ma soluzione → valore → remunerazione.
Il messaggio implicito di Comunicaredomani è chiarissimo
Il tempo è scaduto. Bisogna tornare a mettere il valore al centro, ripensare i modelli organizzativi e capire come cavalcare l’AI invece che subirla.
Il rischio?
Restare intrappolati in un modello di business che si difende ma non evolve. E che rischia di non reggere la prossima ondata di cambiamento.
Conclusione: mesi intensi ci aspettano
Siamo davanti a un bivio: continuare a competere sul costo o riprogettare il valore.
L’intervento di Tim Williams non è stato solo una fotografia del presente, ma un avviso molto chiaro.
Chi saprà ascoltare, innovare e ripensare i modelli di remunerazione costruendo un’organizzazione capace di generare valore — umano e tecnologico — avrà davanti un nuovo ciclo di crescita.
Gli altri, semplicemente, no