Spunti di riflessione su AI e talenti
Cosa ci insegna il nuovo report Korn Ferry (TA Trend 2026): AI, competenze critiche e la vera sfida per la nostra industry
Il recente report di Korn Ferry TA Trend 2026 – Human-AI Power Couple (che consiglio vivamente di leggere) offre spunti estremamente rilevanti anche per chi opera nel mondo del marketing e dei servizi alle imprese.
Tre temi, in particolare, meritano attenzione: l’impatto dell’AI sui processi, l’evoluzione delle competenze e il tema – spesso sottovalutato – della leadership readiness.
1. L’ingresso dell’AI nei processi di Talent Acquisition è dirompente.
Il report evidenzia come l’AI stia entrando in maniera massiccia nel TA: agenti AI assumeranno attività finora svolte da persone, portando riduzioni di costi importanti ma introducendo problemi nuovi.
Parliamo di:
processi da ripensare,
filiere di responsabilità più complesse,
necessità di coordinare team ibridi fatti di persone e algoritmi,
governance più rigorosa.
Per affrontare tutto questo serve una cultura organizzativa solida, abituata a processi chiari, ruoli definiti e strumenti di gestione operativa. È qui che l’Italia sconta un gap strutturale.
Chi ha lavorato con team americani, inglesi o tedeschi riconosce facilmente la differenza:
approccio iper-organizzato, largo uso di project management, Gantt, RASCI, workflow codificati, ruoli rispettati e timings non negoziabili.
Noi non difettiamo certo in creatività, capacità intuitiva o resilienza “elastica”. Ma quando si tratta di strutturare processi rigorosi, la distanza è evidente. E questa distanza rischia di diventare un ostacolo enorme in un contesto in cui la convivenza operativa tra persone e AI richiederà un livello di disciplina organizzativa mai visto prima.
2. Critical Thinking vs AI Skills: cosa serve davvero? Una tensione che dice molto sul nostro futuro.
Il report mostra una dicotomia sorprendente:
CEO e business leader sono molto più “hypati” sull’AI,
mentre i TA Manager danno priorità a competenze meno glamour, ma fondamentali.
Per il 74% dei TA Manager la skill più critica è il Critical Thinking.
Le competenze AI, sorprendentemente, compaiono solo al quinto posto.
È un segnale molto importante: le grandi organizzazioni sanno che il valore non deriverà solo dall’adozione dell’AI, ma dalla capacità di guidarla, integrarla, contestualizzarla.
In altre parole:
senza visione laterale, capacità analitica e pensiero critico, l’AI rischia di diventare un acceleratore di confusione, non di valore.
Ed è un punto che tocca direttamente la nostra industry.
Un sano equilibrio tra efficienza ed efficacia sembra talvolta propendere più per la prima, indebolendo il focus e l’investimento sul pensiero critico, che vive soprattutto nei profili più senior e nelle competenze orizzontali.
Questo rischia di diventare un problema essendo oggi sempre più preziose figure capaci di :
“vedere il quadro” e non solo il task,
interpretare i cambiamenti,
guidare l’evoluzione dell’AI,
prendere decisioni complesse in contesti incerti.
Ridurre il critical thinking in azienda è come togliere il timone a una barca a motore: può andare più veloce, ma senza controllo il rischio di sbagliare direzione aumenta.
3. Leadership Readiness: Gestire l’oggi guardando al domani
Il terzo tema del report, forse il più critico per la nostra industry, riguarda la readiness del management.
Investire su piattaforme, tool e soluzioni AI non serve a nulla se chi guida le organizzazioni non ha:
visione di medio-lungo termine,
competenze di change management,
capacità di tradurre la tecnologia in valore concreto.
Negli ultimi anni l’industry del marketing ha vissuto cicli di M&A intensi, che spesso sono apparsi più frutto di necessità finanziarie che di una strategia industriale. Questo ha implicato uno spazio ridotti per la sperimentazione e una minor attenzione ai segnali deboli del mercato.
Inseguire quick wins finanziari può essere una scelta che offre respiro immediato, ma nella prospettiva di medio periodo porta con sè dei rischi.
Conclusione: un bivio strategico per la nostra industry
Il report Korn Ferry mette in prospettiva un punto essenziale:
la rivoluzione dell’AI non è una rivoluzione tecnologica, è una rivoluzione organizzativa e manageriale.
Chi saprà:
strutturare processi,
bilanciare competenze,
coltivare critical thinking,
investire in leadership capace di guidare il cambiamento,
avrà un vantaggio competitivo enorme.
Chi deciderà di operare con logiche di corto respiro rischia di trovarsi velocemente fuori gioco.
Report Korn Ferry QUI